Ottimismo cosmico
Dopo mesi in stato di allerta (immobili), di centraline emotive in tilt, di fatica, di respiro corto, di corpi allontanati, di incertezze per il futuro, di orizzonti differenti, di vuoti che si cercava di riempire, dopo tutto ciò, stiamo riprendendo in mano i tasselli della nostra vita, come soggetti attivi.
Ma siamo stati davvero immobili?
In questi giorni abbiamo deciso di riabitare i nostri corpi e abbiamo dato ossigeno, nel vero senso della parola.
Abbiamo cercato il nostro porto sicuro, dove poterci ascoltare e dove ci permettiamo di accoglierci.
IMMOBILITÀ E MOVIMENTO sono i due cardini della pratica psicomotoria.
Per ricominciare a lavorare con i bambini in psicomotricità è importante che si riprenda contatto con il proprio corpo, con il corpo in relazione ma d’altro canto che si riaccetti anche la propria immobilità, un’immobilita che non ha valenza negativa, bensì può essere apertura verso l’altro e luogo di possibilità.
Nell’immobilita sentiamo il corpo dell’altro, lo ascoltiamo e ci facciamo simbolo:i bambini nell’immobilita danno un significato al nostro corpo.
Alcune volte diventiamo navi a cui aggrapparsi, altre leoni che dormono da distruggere.
Lasciamo a loro l’iniziativa e diamo loro la possibilità di vivere e dominare il proprio immaginario.
E chi più di tutti ci parla di immobilità ma di speranza e possibilità, e pensate, anche di ottimismo!?
Il nostro caro Giacomo, Leopardi.
Perché quando scrive “e il naufragar m’é dolce in questo mare”, sta scrivendo di tutti noi che ci perdiamo nella parvenza di immobilità corporea ma invece stiamo viaggiando lontano.
Margherita Bauducco