La traccia grafica del bambino è densa di indicatori utili all’osservazione. L’occupazione dello spazio grafico, la forza di incisione, il ritmo, la dimensione, l’inclinazione. Queste informazioni, sempre a disposizione dello psicomotricista, diventano quindi strumento per osservare la crescita emotiva e intellettiva del bambino, espressione della sua individualità e dei suoi momenti di difficoltà evolutivi; ma anche strumento privilegiato per il grido dei propri bisogni più intimi.
Le stesse caratteristiche primarie possono essere osservate nella traccia grafica dello psicomotricista, che si è evoluta in scrittura. L’individuazione di alcune caratteristiche temperamentali della propria scrittura e della propria gestualità primaria, può aiutare lo psicomotricista a riconoscersi meglio in alcune modalità relazionali e cognitive, nella relazione con il bambino.
Apri IscrivitiIl corpo, in un periodo storico nel quale il distanziamento è entrato con forza nella nostra vita, è al centro della riflessione di chi si occupa di Psicomotricità. E’ un corpo prima immobilizzato, poi liberato ma allontanato dagli altri e ora pian piano ritrovato.
Il percorso proposto partirà da alcuni concetti teorici fondamentali per poi esplorare, attraverso sperimentazioni, attivazioni e messe in pratica, cosa ci racconta il nostro corpo di quello che ha vissuto in questo periodo.
Al termine del viaggio, rifletteremo insieme per individuare le risorse e le potenzialità che potranno aiutarci nella pratica con i bambini e le bambine.
Al termine del corso verrà rilasciato attestato di partecipazione e materiale didattico.
Apri IscrivitiIl Gesto Grafico crea connessioni tra mondo interno ed esterno, quando una piccola mano stringe un pennarello e si appresta a disegnare ci sta mostrando il suo mondo fatto di ritmi, di suoni, di pieni e di vuoti.
Spesso in seduta psicomotoria ci concentriamo molto sul gioco spontaneo, su un corpo che si muove e che comunica, su un corpo sentito, percepito, ascoltato. Quando passiamo al segno grafico, invece, più o meno consapevolmente entrano in gioco aspetti di giudizio e di performance
talmente indefiniti e trasparenti che ci portano a fare confronti perdendo di vista gli altri sensi implicati nel gesto grafico.
Il corso si propone di ricollegare, riconnettere e riconnetterci per leggere il segno grafico come forma di connessione tra noi e l’altro e tra tante parti di sè, in una prospettiva in cui DI-SEGNARE, significa segnare per la seconda volta il ricordo del gesto archiviato nel nostro corpo.
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