Avete presente quella sensazione di leggero timore quando state per chiedere alla scuola “che materiali avete?” E la creatività si attiva per reperire materiali di recupero e ridistribuire moduli, teli, e bastoni nelle diverse scuole che seguite.
Se sapete di cosa sto parlando, questo incontro formativo vi può essere utile.
Quando mi hanno proposto di fare un progetto senza materiali, la mia preoccupazione era quella di snaturare la psicomotricità e ridurla ad attività motoria. Nei colloqui iniziali con le insegnanti mi sorprendevo a ripetere che non era proprio psicomotricità quella che avremmo fatto. Alla fine del percorso affermavo con gioia e consapevolezza che sì, avevamo fatto proprio psicomotricità.
Mi piacerebbe che la mia esperienza possa essere uno spunto per tutti i professionisti, anche in formazione, che vogliano allargare lo sguardo psicomotorio e il loro bagaglio esperienziale. Io avrei voluto questi spunti prima di iniziare il mio percorso.
Di cosa parleremo durante il nostro incontro?
Faremo anche un’attività pratica in gruppi per progettare una seduta “A corpo libero”
Al termine del corso verrà rilasciato attestato di partecipazione e materiale didattico.
Apri IscrivitiAvrete sentito parlare mille volte di visione, in termini anatomici e/o fisiologici.
Tutto chiaro, allora: ci sono gli occhi, che si occupano di portare le immagini al cervello.
Avrete sentito parlare di “vizi di refrazione”, quando il fuoco non cade sulla retina: miopia, ipermetropia, astigmatismo…
Quello che è più difficile comprendere è perché un bimbo perfettamente corretto, con occhiali o lenti, o un bimbo perfettamente emmetrope, dovrebbe preferire avvicinarsi al foglio per leggere, o stare storto con il capo.
O perché un bimbo perfettamente corretto con occhiali o lenti, o un bimbo perfettamente emmetrope dovrebbe preferire guardare da sopra l’occhiale.
O ancora perché un bimbo senza evidenti segni patologici di congiuntivite o altro dovrebbe, durante l’attività prossimale (lettura e scrittura), presentare sintomi astenopici come il bruciore, la lacrimazione, l’aumento dell’ammiccamento.
Proveremo a rispondere a tutte queste domande attraverso un piccolo percorso neurologico, partendo dal momento in cui la luce cade sulla retina, tentando di dimostrare quanto gli occhi siano organi essenziali che, insieme agli altri sensi, partecipano a costruire un’immagine nel nostro cervello, e quanto le esperienze passate ci aiutino a “trarre significato” da ciò che vediamo, che crediamo di vedere, o che crediamo di aver visto.
Proveremo a spiegarlo in termini teorici, ma soprattutto pratici, sperimentando la visione e le sue regole, e ad integrarle con le altre abilità motorie, percettive, di spazio e tempo.
In altre parole, “giocheremo con la Multisensorialità” per trasferire le esperienze pratiche e teoriche nella pratica professionale di tutti i giorni.
Al termine del corso verrà rilasciato attestato di partecipazione e materiale didattico.
Apri IscrivitiIl corso propone un viaggio esperienziale alla ricerca del proprio Bambino interiore. Sarà un viaggio indietro nel tempo per scoprire le tracce della nostra storia ed osservare come queste ci “parlino” ancora oggi a distanza di tanti anni.
Il percorso affonda le sue radici teoriche nel pensiero di Alice Miller, psicologa e psicanalista svizzera che ha incentrato la sua attività di ricerca e di cura sulla realtà infantile e le conseguenze di un’educazione violenta, repressiva o anaffettiva.
Il viaggio affronterà le seguenti tappe:
Al termine del corso verrà rilasciato attestato di partecipazione e materiale didattico.
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L’identificazione precoce dei segnali di allarme, dei segni e sintomi relativi alla disprassia gettano la base per un intervento precoce, preciso ed efficace fin dalla scuola dell’infanzia. Ma una diagnosi di disprassia in età prescolare può essere predittivo di una disgrafia durante la Scuola Elementare?
I principali sistemi di classificazione e diagnosi dei disturbi del neurosviluppo, tra cui il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – Edizione IV TR (DSM IV-TR), per molto tempo hanno inquadrato all’interno della classe dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento scolastico la Disgrafia. Essa è, per definizione, un disturbo dell’apprendimento e dell’automatizzazione della grafia, che si manifesta con una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura.
All’interno dell’ultima edizione del DSM-5, tuttavia, la diagnosi e il termine di disgrafia hanno subito un’importante trasformazione. Non vi è loro traccia, infatti, all’interno dei Disturbi dell’Apprendimento scolastico, se non in un breve cenno alla possibilità che i bambini con DSA possano presentare una “perdita di espressione scritta”, intesa anche in termini di qualità motoria della grafia.
Troviamo invece il termine di disgrafia tra i segni e le caratteristiche del Disturbo di Sviluppo della Coordinazione Motoria, le cui implicazioni sensoriali, di coordinazione oculo-manuale e oculo-motoria globale, di motricità fine, di postura, delle funzioni esecutive, trovano nell’approccio terapeutico integrato del TNPEE e nell’intervento neuropsicomotorio centrato su interazione tra funzioni e strutture corporee, specifico per fasce di età e per singoli
stadi di sviluppo, una risposta coerente con la complessità del disturbo.
Spesso, ci troviamo di fronte a bambini con DISGRAFIA e/o DISPRASSIA che manifestano diverse comorbidità tra cui Disturbi d’ansia, Disturbi del comportamento, Disturbi dell’umore, ADHD (Deficit dell’attenzione e iperattività), Disturbi di carattere somatico. Il bambino può anche dimostrare ridotto interesse e motivazione nello studio o nella vita quotidiana, scarsa autostima, difficoltà nel ragionamento logico…generando un circolo vizioso di potenziamento reciproco.
Il corso si prefigge lo scopo di formare gli operatori rispetto alle varie aree di interesse relative all’individuazione dei segni e sintomi precoci della disprassia, analizzandola in ottica evolutiva come un continuum verso la disgrafia. Si getteranno le basi teoriche per individuare e valutare i due disturbi e attraverso attività pratiche a anche esperienziali si forniranno spunti educativo/terapeutici per supportare lo sviluppo del bambino, la sfera emotiva e le abilità prassiche e grafomotorie.
Al termine del corso verrà rilasciato attestato di partecipazione e materiale didattico.
Apri IscrivitiManifestazione della qualità elastica del tessuto vivente nella relazione tra muscoli agonisti e antagonisti, il flusso di tensione muscolare esprime impulsi, bisogni ed emozioni del bambino. Già nel feto e nel neonato sono presenti variazioni ritmiche delle sue qualità che risultano in relazione con le funzioni fisiologiche e che costituiscono modalità di ricerca della gratificazione a un bisogno primario fisico o emotivo legato alle tappe di sviluppo.
Ritmi e attributi del flusso di tensione muscolare raccontano del modo in cui il bambino nel corso dello sviluppo impara a gestire e a rapportarsi con la realtà interna ed esterna. Osservabili in qualsiasi fase evolutiva anche nel più piccolo movimento di una parte del corpo, essi parlano delle attitudini e del temperamento della persona, descrivono il suo modo di esprimere gli affetti, manifestano l’equilibrio fra la spontaneità e il controllo nel comportamento.
In questo corso affronteremo l’argomento introducendo il Profilo di Movimento Kestenberg. Alternando momenti teorici ed esperienze pratiche, esploreremo la rassegna di pattern motori che questo sistema di osservazione e analisi del movimento offre, soffermandoci sulla connessione da esso evidenziata con processi psicologici specifici in relazione alle diverse tappe di sviluppo del bambino.
Verrà inoltre evidenziata l’utilità di questo modello nella pratica professionale di terapisti e non terapisti con approcci teorici differenti, quale supporto all’osservazione e alla comprensione del movimento in termini evolutivi.
Al termine del corso verrà rilasciato attestato di partecipazione e materiale didattico.
Apri IscrivitiContattaci per informazioni: formazione@picomotricita.it
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